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sabato 8 novembre 2008

Il maestro, anzi la maestra unica divide gli italiani

Maestra lou
I sondaggi dicono che sul tema della maestra unica gli italiani adulti sono divisi a metà tra favorevoli e contrari. Dico maestra e non maestro perché noi insegnanti femminucce siamo in sfacciatissima maggioranza sui maschietti, quindi suona un po' ridicolo usare il genere maschile, o perlomeno appare ipocrita.
C'è chi rimpiange la signora o signorina maestra vecchio stampo, con lo scialle e la bacchetta, seduta alla grande cattedra rialzata dieci centimetri da terra, in un'aula piena di pizzi, statuine sacre, icone e fiori finti.

C'è chi preferisce una scuola più moderna e informale, magari con diversi insegnanti specializzati che riescono ad approfondire meglio le varie materie e ad interessare di più i bambini.
Infine c'è la via di mezzo, scelta dai moderati che desiderano tornare alla serietà e al rigore senza riesumare fossili.
Io appartengo a questa categoria, anche per via dell'età non più giovanissima.
Insomma, credo in un fare scuola attivo, coinvolgente, ma nel rispetto delle norme di civile convivenza: non accetterò mai la confusione infernale, gli strilli, i banchi volanti e i posteriori nudi al vento che alcuni pretendono d'impormi in nome di una libertà non meglio motivata.
Trovo giusto che i bambini abbiano, almeno nei primi anni scolastici, regole chiare e riferimenti precisi; comunque, non esageriamo! Perché mai avrebbero bisogno di una sola figura adulta? Nelle famiglie normali i genitori sono due e i nonni quattro, per non parlare degli zii, quindi i piccoli prima di arrivare a scuola sono già in rapporto con diverse figure educative ed è proprio questo pluralismo a favorire la loro crescita. Non a caso, i bambini vissuti in ambienti isolati, troppo in simbiosi con la mamma, dimostrano difficoltà nei rapporti interpersonali e sociali e spesso anche ritardo nello sviluppo psico-fisico.
Sono gli adulti, diciamo pure certi adulti, a voler detenere l'esclusiva...forse perché è più comodo non doversi confrontare con altri colleghi. Essere l'unica fonte di sapere per gli alunni, comporta una grande responsabilità, ma anche l'appagamento del potere.
I bambini, secondo i sondaggi, preferiscono avere tante maestre: le loro motivazioni suonano molto candide ed esplicite...Chi dice: "è noioso dover vedere sempre la stessa faccia" e chi: "una sola maestra non può sapere tutto ed essere brava in tutto". I bambini, come spesso succede, hanno ragione.
Una sola maestra e per di più negli anta, non potrà dare, in ventiquattro ore, quello che cinque maestre danno in trenta: a meno che non ci si limiti al dettatino, al riassuntino, al capitoletto di storia condensata, alle tabelline e alle operazioni in colonna: giganteschi passi indietro.
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lunedì 3 novembre 2008

IL DECRETO GELMINI, ovvero come raggirare quei cretini della scuola dell'obbligo

Il decreto 137 della Gelmini è legge.
Ormai è fatta. Siamo infarinati e fritti. Quello che più mi dispiace è che potevamo almeno lottare, invece ci siamo comportati da qualunquisti! Non si doveva neanche riaprire la scuola il quindici settembre (parlo per la Calabria), ma noi no, sempre a fare i perfettini. Siamo così presi dal nostro gioco che non ci accorgiamo neppure quando siamo presi in giro! Perché di questo si tratta, una presa in giro colossale. Il governo fa giri di valzer, smentisce, controsmentisce, ma i fatti parlano chiaro: dal prossimo settembre nelle classi prime ci dovrà essere un solo maestro, anzi maestra, data la prevalenza del sesso debole; il tempo pieno - bontà loro - è ancora permesso, ma lo dovranno sostenere i comuni (quindi al sud non ci sarà per mancanza atavica di fondi) e l'insegnante specialista d'inglese dovrà sparire: cominciando dalla prima, le maestre dovranno seguire corsi appositi per insegnarlo ognuna nella propria classe. I corsi saranno obbligatori e partiranno fra breve.
Be', non c'è che dire. Hanno trovato il modo di rifilarci una "riforma" senza contenuti pedagogici, senza dibattito, ricerca e sperimentazione...nessuno ci era mai riuscito in precedenza, neppure la Moratti che fu contestata aspramente, e la manovrina raccoglisoldi è partita in gran fretta il primo d'agosto senza suscitare neppure grande scalpore, almeno nel sud. Neanche i sindacati si sono agitati più di tanto. Lo sciopero unitario è stato organizzato, udite udite, non i primi giorni di settembre, ma il trenta ottobre, il giorno dopo la definitiva approvazione del decreto 137! Chissà quanto si preoccupa il governo del nostro sciopero: le trattenute per loro sono grasso che cola.
Ora qualcuno si è infervorato e sogna un autunno caldo, magari una versione riveduta e corretta del sessantotto...Io non voglio perdere altri quattrini per colpa della loro inefficienza. Stavolta ho scioperato per solidarietà verso i giovani e i precari; ma è una vita che aderisco agli scioperi, ormai non ci credo più. Non parlo per me stessa, fra poco finirò la mia carriera scolastica, ma per il futuro della scuola: è già disastrata, come andrà a finire se nessuno se ne occupa in maniera seria?
Penso che l'attuale governo non abbia alcun rispetto della scuola pubblica e dei suoi dipendenti. D'altra parte tutti i governi passati hanno dimostrato ben poca stima degli insegnanti elementari, anzi, tormentare la scuola primaria modificando programmi, orari, impianto didattico, numero dei docenti sembra essere il passatempo preferito del ministero oggi chiamato Miur.
Con gli specialisti d'inglese poi è una lunga storia.
All'inizio degli anni novanta si decise d'inserire la lingua straniera nelle elementari, partendo dalla classe terza; allo scopo furono istituiti corsi di formazione destinati alle maestre già in ruolo, della durata variabile da cento a cinquecento ore in base al livello di competenze accertato. Cento ore per le laureate o di pari livello, centocinquanta per le brave, trecento per quelle con qualche infarinatura e cinquecento per chi partiva da zero. Naturalmente i corsi non erano obbligatori, perché si partiva dall'idea che bastasse un'insegnante specializzata all'interno di ogni modulo. Non tutti i docenti aderirono al piano formativo e in molte scuole si dovette sopperire con uno specialista che insegnava solo inglese (o francese, tedesco, spagnolo) in sei o sette classi. L'intenzione della sinistra era però quella di assorbire gradatamente gli specialisti, in modo che la lingua straniera fosse insegnata da una maestra di classe. Ma si continuava ad assumere maestre, dando la precedenza nel concorso a chi superava una prova di lingua straniera. In pratica, si veniva assunti solo dimostrando di conoscere una lingua e senza bisogno di frequentare corsi (lo stato non aveva più soldi).
La destra, quando Berlusconi salì al potere, con la ministra Moratti contribuì all'assunzione di nuovi specialisti inserendo l'inglese obbligatorio anche in prima. Assunse anche molti insegnanti specialisti di religione cattolica nella scuola elementare.
E' alquanto strano che, mentre da un lato si assumeva, dall'altro si annunciasse la riduzione degli specialisti d'inglese e il ritorno al maestro unico. Ci furono grandi proteste, piazzate e scioperi a cui io stessa decisi di aderire.
Però il ministro di centro-sinistra Fioroni, succeduto per poco tempo alla Moratti, non cambiò rotta, ma al contrario continuò ad eseguire il compito di chi l'aveva preceduto assumendo altri insegnanti di religione e assorbendo gli specialisti d'inglese su posto comune.
Quindi è logico che adesso la sinistra non può protestare, fa solo un po' di manfrina. Cosa agita ora il PD? Il voto in condotta, ma soprattutto le classi ponte per gli immigrati stranieri: questo tema lo scuote profondamente, ma forse farebbe bene a scandalizzarsi per altre cose. Ad esempio, è vergognoso che nei primi dieci giorni di malattia dobbiamo subire una trattenuta sullo stipendio, queste cose non le fa nessuno, neanche nel privato, e si penalizzano proprio gli insegnanti che si ammalano! I veri fannulloni vanno e vengono dal posto di lavoro, attaccano il cappello e via; oppure sono sempre presenti ma non fanno praticamente niente, questo però ai ministri Brunetta e a Tremonti non importa...vogliono solo racimolare quattrini e colpevolizzarci, così - secondo loro - stiamo zitti. Il grave è che ad ogni episodio di malattia il salasso si ripete, io perderò (anzi ho già perso) sette euro per ogni giornata, ma qualcuno ne perderà di più. Non si potrebbe, per legge, diminuire lo stipendio di un lavoratore ammalato, ma loro trattengono dalla retribuzione accessoria e così il gioco è fatto...FURRRBI!
Chi ci difende? Purtroppo quasi nessuno. Non mi sembra che i sindacati siano rimasti sconvolti da un simile provvedimento, eppure avrebbero dovuto! Nel settore privato, i primi dieci o quindici giorni di malattia sono retribuiti per intero e le trattenute scattano solo per le assenze successive; questo è comprensibile, perché si cerca di scoraggiare le troppe assenze. Invece nel pubblico si fa il contrario: si incoraggiano le lunghe assenze e si penalizzano le brevi, che poi sono la maggioranza. Nell'ambiente scolastico, altamente insalubre e antigienico, è normale prendersi un bel raffreddore, la bronchite e l'influenza o varie forme parainfluenzali.
Venerdì 31 ottobre, il giorno dopo lo sciopero, alcuni sindacati (non tutti, per la verità, giusto i soliti amici) si sono affrettati a siglare il nostro nuovo contratto. Chi credono di incantare, abbiamo aperto abbastanza gli occhi per vedere la loro falsità.