Negli ultimi tempi noi maestre e maestri della scuola primaria abbiamo assistito al boom dell'informatica, seguito come era logico aspettarsi da un vistoso flop. I motivi sono tanti e io posso soltanto descrivere quelli che conosco in base alla mia limitata esperienza, comunque non credo di allontanarmi molto dalla più diffusa realtà.
Leggendo il bellissimo blog del maestro Roberto non si può fare altro che essere d'accordo con lui, ma dispiace constatare che c'è anche molta incomprensione da parte dei colleghi. Anzi, parlerei proprio di aperta contrarietà.http://www.robertosconocchini.it
Personalmente ho abbandonato con molta amarezza l'uso delle Tic perché mi sono arresa. Dopo ore ed ore di corsi Fortic Indire, sono stata lasciata a me stessa, senza autorità né voce in capitolo, costretta a elemosinare i tempi in maniera poco dignitosa.
Credo che molti altri colleghi, pur avendo sufficienti cognizioni informatiche, rinuncino in partenza a usare le dotazioni tecnologiche della loro scuola per analoghi motivi. In realtà nessuno vuole che si faccia sul serio uso dei computer e le dotazioni tecnologiche - dove ci sono - rimangono a coprirsi di polvere, diventando già obsolete senza neanche essere state usate.
Cercherò di spiegarmi meglio. In molte scuole l'informatica è stata sempre la cenerentola delle discipline, dopo l'inglese (guarda caso è il mio campo d'insegnamento). Ciò è dipeso in parte dall'impreparazione dei docenti, ma è successo anche dove c'erano persone in grado di usare il computer. L'organizzazione dei laboratori multimediali o informatici lasciava e lascia a desiderare perché non interessa a nessuno, tantomeno ai dirigenti che temono i fastidi e le spese legate a queste attività.
Fino all'anno scorso insegnavo informatica in tre classi, oltre all'inglese in sette, ed ero anche responsabile del laboratorio; avevo un'ora settimanale e in quel poco tempo, da sola, dovevo accompagnare i ragazzi nell'aula blindata, sbloccare l'antifurto, accendere i computer, spiegare agli alunni come usarli (alcuni sono smanettoni, ma molti non conoscono neanche gli elementi di base), presentare i software e lavorarci. Poi sul più bello bisognava smettere, richiudere tutto e tornare in classe senza tardare neppure di un minuto, per non far perdere tempo alla collega che attendeva sulla soglia con malcelata impazienza. La compresenza io non l'ho mai avuta, in pratica dovevo arrangiarmi, ma sembrava quasi che mi facessero un favore personale...mi sentivo una ladra di ore altrui.
Fra l'altro i ragazzi avevano anche un libro di testo, pieno zeppo di contenuti teorici da imparare sempre nella solita oretta settimanale. Passata la ministra Moratti, è arrivato il ministro Fioroni e il programma si è appesantito aggiungendo la tecnologia! Tutto questo sempre in un'ora!
Non parliamo poi dell'assistenza tecnica che non si trova mai in nessuna scuola; provate ad avere un computer guasto, passeranno anni prima che qualcuno venga a ripararlo. Chi insegna informatica deve provvedere personalmente anche a tutte le incombenze pratiche, come sostituire batterie e cartucce, ritirare il materiale di consumo in segreteria, controllare l'hardware e perfino sollecitare la necessaria pulizia da parte del personale preposto...ciò significa sacrificare parecchie ore straordinarie in cambio di un compenso irrisorio.
Le difficoltà aumentano a dismisura in presenza di classi numerose, con 25 o più bambini e pochi computer obsoleti, aule fredde e mal arredate, mancanza di sedie (a volte si devono portare dalla classe...).
I maestri non sono missionari, dopotutto!
Malgrado le tante difficoltà, c'è chi ha lavorato e lavora con passione e impegno, confortato soltanto dall'entusiasmo dei bambini; purtroppo capita pure di trovare qualche dirigente che nutre diffidenza verso l'uso del computer a scuola, perché secondo lui - o lei - favorisce la passività degli alunni e la meccanicità del sapere. So che questa è una mentalità diffusa, sostenuta anche da non pochi genitori.
Ora sento dire da colleghi che è meglio se non ci sarà più l'ora d'informatica, così i computer verranno usati nelle ore d'italiano, matematica ecc., in sostanza più di prima (?!). Ma scherziamo? Questo si potrà fare in Padania, o nelle isole felici in cui i bambini conoscono il computer meglio di molti insegnanti... nelle normali scuolette italiche, purtroppo, non funziona così.
Io durante le mie striminzite lezioni d'inglese non potrò permettermi il lusso di portare gli alunni nel laboratorio, sapendo di dover passare quasi tutto il tempo a insegnare loro come usare mouse e tastiera. Bisognerà pure che qualcuno lo faccia! E chi se non il maestro o la maestra d'informatica, con almeno due ore settimanali a disposizione?
A meno che non vogliamo introdurre i soliti esperti esterni...o costringere le famiglie a pagare lezioni private.
Capita che ai bambini di scuola primaria siano impartiti corsi d'informatica in puro stile Ecdl, dove la teoria prevale sulla pratica, e dove i tutor pretendono dai piccoli alunni prerequisiti inverosimili. Se gli alunni non sanno spiegare, ad esempio, cosa distingue un software operativo da uno applicativo, sembra che la maestra non abbia saputo svolgere bene il suo lavoro, ed è mortificante per un' insegnante che si è dannata un anno intero a far apprendere l'abc del computer a bambini incapaci di tenere un mouse tra le mani. Ma insomma, che cosa dobbiamo proporre agli alunni, teoria da manuale o pratica operativa? Forse entrambe? Non tornano i conti.
Mi sembra che le idee chiare non ce le abbia nessuno, nemmeno in alte sfere.
I corsi Fortic erano il meglio che si potesse offrire ai docenti, ma sono stati sviliti e soppiantati dal patentino C europeo, l'unico titolo riconosciuto oggi dalla stessa amministrazione scolastica. E' questa ambiguità che sconcerta, perché, se si voleva veramente dare una preparazione completa e contemporaneamente autorevolezza ai docenti italiani, si doveva puntare sull'acquisizione obbligatoria del patentino da parte di tutti, oltre ai corsi dell'Indire per tutti i maestri e i professori della secondaria.
Io penso che ai docenti non sia necessaria solo una preparazione teorica, da officer, ma didattica su come usare il computer durante le lezioni d'italiano, matematica, storia, arte...è straordinario vedere quello che possono fare con l'aiuto degli strumenti tecnologici i bambini di otto-dieci anni, ma bisogna che i maestri siano formati allo scopo.
Può darsi che gli studenti in sostanza non imparino di più, non discuto sulla quantità, è la qualità che m'interessa. Il punto è come imparano...Ormai non si lavora in nessun campo senza il computer e senza internet. E' la nuova alfabetizzazione della nostra epoca, rinunciarvi oggi è come se i capufficio del secolo scorso avessero imposto agli impiegati di scrivere con penna e calamaio invece di usare la macchina.
E' sconcertante sentire oggi, da parte del ministero, affermazioni che sminuiscono il valore dell'informatica, dopo che le precedenti amministrazioni scolastiche hanno investito tanto nella formazione dei docenti, dopo che si sono spesi capitali per allestire laboratori e comprare costose attrezzature...insomma, i gioiosi fautori delle "tre I" ora sono quelli che le affossano.
Siamo proprio in Italia.