Purtroppo è un dato reale che nel sud gli edifici scolastici sono spesso in pessime condizioni, le attività didattiche risultano frequentemente male organizzate e la situazione disciplinare in molte classi, specialmente nella secondaria, lascia a desiderare.
Fatte le debite esclusioni, perché esistono sicuramente nel sud istituti di tutto rispetto e nel nord scuole poco valide, dobbiamo accettare anche questa differenza, per inciso non di poco conto, fra un'area e un'altra del nostro paese. Come potrebbe essere diversamente, dato che il sud è oppresso da gravissimi problemi di non facile soluzione? Negarlo significa essere in mala fede.
I professori meridionali che si offendono perché si sentono sotto accusa, dovrebbero invece approfittare della situazione per aprire il sacco e denunciare tutto lo schifo che sono costretti a sopportare quotidianamente, chiedendo aiuto alle istituzioni per cambiare; infatti il risultato di una scuola non dipende solo dai suoi docenti, perché un insegnante pur bravo e responsabile può fare molto poco senza l'appoggio dell'ambiente sociale in cui opera.
Un po' in tutta Italia, ma soprattutto nel mezzogiorno, la scuola ha perso la stima della popolazione; chiediamoci perché e cerchiamo di trovare un rimedio, invece di perderci in sterili polemiche tra polentoni e terroni che ormai non convincono più nessuno. Ci sono ottimi insegnanti in Friuli come in Calabria, tra l'altro almeno il cinquanta per cento dei docenti che lavorano nelle regioni del nord è di origine meridionale, però sicuramente la scuola in quelle zone gode di maggiori attenzioni da parte delle amministrazioni locali e dei genitori e questo permette di ottenere risultati soddisfacenti più che nel sud.
Come può funzionare una scuola in cui manca il gesso e il sapone, i muri crollano, non si possono fare fotocopie, non esiste un laboratorio o una palestra? O dove i genitori dicono al figlio: "La tua insegnante non capisce niente, non studiare troppo che ti stressi"...?!
Qualcuno una volta mi ha obiettato che don Milani creò una Barbiana dal nulla. Ma intanto don Milani era una persona straordinaria e per di più un sacerdote, dotato per questo di un vantaggio che un comune maestro non avrà mai. Si dirà, ma che c'entra?
C'entra moltissimo, invece. Nel sud una Barbiana non c'è mai stata né mai ci sarà, perché una persona da sola non riesce a fare grandi cose. Tutto è organizzato in cricche e chi non accetta l'andazzo viene isolato.
Succede anche questo: alcune persone, pur essendo serie e rispettabili, non sono considerate né ascoltate, semplicemente contano meno di nulla per il solo fatto di non appartenere a una delle associazioni che detengono il potere. Se i ragazzi, i genitori, i colleghi e perfino i bidelli decidono che un professore non ha importanti "appoggi", politici, ecclesiastici o d'altro tipo, per lui è finita, può anche essere la reincarnazione di Einstein: nessuno gli darà comunque retta.
Insegnare nel sud è difficilissimo anche per questo. Inoltre si deve considerare che la cultura ormai non offre vantaggi economici o pratici, perciò risulta priva d'interesse per la maggior parte delle persone che sono spinte solo dall' utile immediato. Il rispetto? Ormai si ottiene più facilmente e proficuamente in modo diverso...
Se prima lo studio garantiva un posto di lavoro sicuro e invidiabile, ora non è più così: vediamo laureati a spasso e ingegneri che guadagnano sì e no ottocento euro al mese, mentre personaggi ignoranti girano tronfi in Suv e automobili costose, permettendosi abitazioni da sceicchi. Perché i ragazzi di famiglia povera dovrebbero ancora sacrificarsi a studiare? Per diventare persone istruite e raffinate, in un ambiente che apprezza ben altri valori? E poi dover prendere la valigetta ed emigrare al nord, in cambio di uno stipendio incerto, neppure sufficiente a pagare l'affitto di casa?
Malgrado ciò, conosco tanti bravi studenti che meriterebbero un paese migliore, e professori eroici che combattono ogni giorno contro i pregiudizi, l'arretratezza e l'ignoranza.
Al ministro Gelmini vorrei dire - se potesse e volesse ascoltarmi- che i problemi della scuola nel sud sono i problemi del sud, probabilmente non si risolveranno mai, di certo non con piccoli interventi palliativi. Se poi pensa di sottrarre risorse economiche all'istruzione per pareggiare i conti altrove, sta commettendo l'ennesimo imperdonabile errore. Eliminare gli sprechi è giusto, anzi lodevole, ma ci sono settori ridotti all'osso, all'indecenza per un paese civile. Parola di maestra Adriana, per quello che conta.