La politica può effettivamente cambiare le sorti di una nazione – lo vediamo dai fatti recenti - e dare una svolta decisiva a un paese in campo economico e sociale. I buoni governanti lasciano il segno, purtroppo però anche quelli cattivi...
Credo che i più gravi problemi della scuola italiana dipendano in gran parte da riforme mal condotte e ingerenza eccessiva della politica. Anche se all'estero non stanno molto meglio.
Tutti i governi della nostra Repubblica hanno cercato di plasmare la scuola pubblica secondo il loro modello ideologico, nella convinzione di compiere un'opera meritoria per la società. Il punto è: finora ci sono riusciti? Sono stati in grado di migliorare l'istruzione e l'educazione dei giovani, influendo beneficamente sul futuro economico e lavorativo di intere generazioni? Giudica tu.
In ogni riforma ci sono aspetti accettabili, almeno sulla carta; in seguito, passando all'attuazione, emergono le difficoltà e le contraddizioni che a tavolino non si possono notare. A quel punto nessuno è capace né si preoccupa di porvi rimedio: la macchina procede come uno schiacciasassi finché non arriva il governo successivo che blocca tutto e riparte da capo, o peggio ancora cerca di salvare il pasticcio precedente con rattoppi alla buona.
In tutti i provvedimenti scolastici, poi, c'è un lato molto spregevole: il tentativo di accaparrarsi voti con proposte populistiche e offerte di posti di lavoro. Questo è sempre successo e sempre succederà.
Dirai: in fondo, che male c'è a sistemare i parenti e gli amici, avendone il potere? E' quell' “in fondo” che mi fa riflettere. Siamo sempre pronti a giustificare tutto e tutti con l'espressione “in fondo”...L'istruzione e la salute sono troppo importanti per cavarsela con un “in fondo”. Se si limitassero a raccomandare soltanto persone capaci e preparate, se sistemassero la gente inetta in qualche ufficio, tra faldoni e scartoffie, poco male... ma sulla cultura e sulla pelle delle persone non si scherza!
Ecco perché penso che i politici non dovrebbero amministrare l'Istruzione. In quel settore è necessaria la supervisione di un comitato esterno, formato da pedagogisti esperti di provata fama nel campo, esponenti della cultura e dell'economia, saggi, persone stimate e appartenenti a diversi orientamenti di pensiero. Oggi più che mai dobbiamo dare importanza al settore dell'istruzione perché è la nostra principale risorsa. Paesi come l'Irlanda o la Finlandia in questo sono stati più attenti e veloci di noi ed hanno dato una svolta fondamentale alle loro politiche scolastiche. Noi italiani invece siamo presi da altri problemi, o forse pensiamo di avere molto tempo a disposizione.
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