Pagine

domenica 13 luglio 2008

L'antipolitica

In alcuni post avrò dato l'impressione di avercela con la politica in genere. Non sono affetta da grillite, anche se Beppe, in molte cose che dice, ha ragione da vendere; penso che i politici svolgano un compito importantissimo e siano insostituibili per determinate decisioni, ma non per tutte.

La politica può effettivamente cambiare le sorti di una nazione – lo vediamo dai fatti recenti - e dare una svolta decisiva a un paese in campo economico e sociale. I buoni governanti lasciano il segno, purtroppo però anche quelli cattivi...

Credo che i più gravi problemi della scuola italiana dipendano in gran parte da riforme mal condotte e ingerenza eccessiva della politica. Anche se all'estero non stanno molto meglio.

Tutti i governi della nostra Repubblica hanno cercato di plasmare la scuola pubblica secondo il loro modello ideologico, nella convinzione di compiere un'opera meritoria per la società. Il punto è: finora ci sono riusciti? Sono stati in grado di migliorare l'istruzione e l'educazione dei giovani, influendo beneficamente sul futuro economico e lavorativo di intere generazioni? Giudica tu.

In ogni riforma ci sono aspetti accettabili, almeno sulla carta; in seguito, passando all'attuazione, emergono le difficoltà e le contraddizioni che a tavolino non si possono notare. A quel punto nessuno è capace né si preoccupa di porvi rimedio: la macchina procede come uno schiacciasassi finché non arriva il governo successivo che blocca tutto e riparte da capo, o peggio ancora cerca di salvare il pasticcio precedente con rattoppi alla buona.

In tutti i provvedimenti scolastici, poi, c'è un lato molto spregevole: il tentativo di accaparrarsi voti con proposte populistiche e offerte di posti di lavoro. Questo è sempre successo e sempre succederà.

Dirai: in fondo, che male c'è a sistemare i parenti e gli amici, avendone il potere? E' quell' “in fondo” che mi fa riflettere. Siamo sempre pronti a giustificare tutto e tutti con l'espressione “in fondo”...L'istruzione e la salute sono troppo importanti per cavarsela con un “in fondo”. Se si limitassero a raccomandare soltanto persone capaci e preparate, se sistemassero la gente inetta in qualche ufficio, tra faldoni e scartoffie, poco male... ma sulla cultura e sulla pelle delle persone non si scherza!

Ecco perché penso che i politici non dovrebbero amministrare l'Istruzione. In quel settore è necessaria la supervisione di un comitato esterno, formato da pedagogisti esperti di provata fama nel campo, esponenti della cultura e dell'economia, saggi, persone stimate e appartenenti a diversi orientamenti di pensiero. Oggi più che mai dobbiamo dare importanza al settore dell'istruzione perché è la nostra principale risorsa. Paesi come l'Irlanda o la Finlandia in questo sono stati più attenti e veloci di noi ed hanno dato una svolta fondamentale alle loro politiche scolastiche. Noi italiani invece siamo presi da altri problemi, o forse pensiamo di avere molto tempo a disposizione.

Nessun commento:

Posta un commento