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sabato 26 luglio 2008

Un insegnante ogni tredici alunni

In Italia c'è un insegnante ogni tredici alunni. Detto così, fa impressione a chi non conosce il mondo della scuola; in realtà, essendo un dato medio, vale un po' pochino, è come la storiella del mezzo pollo a testa. Esistono insegnanti che lavorano solo con dieci alunni, ma sono pochissimi: gli altri (la maggioranza) hanno sessanta, novanta, perfino centoventi allievi, come nel mio caso. L'informazione è spesso superficiale, si limita alla notizia che fa colpo sull'opinione pubblica e non si addentra nello specifico, ma tutti i genitori sanno - o dovrebbero sapere - che la scuola è organizzata così; dalla prima media in poi in una classe subentrano decine di professori.

Non dico che sia un bene, però! Personalmente preferirei che i ragazzi fino a quindici anni avessero poche figure di riferimento, non più di cinque o sei, comunque mai una sola. Il rischio di plagio con i bambini è fortissimo; conosco maestre che vorrebbero essere le uniche insegnanti nella classe per avere più potere sugli alunni e sui genitori, per tenerli in pugno. Ovviamente quando si lavora in team ciò non è possibile, bisogna rapportarsi con le colleghe, mettere in discussione a volte anche i propri metodi o i contenuti dell'insegnamento, concordare strategie comuni...La mia impressione è che lo spirito di gruppo sia molto carente nella maggioranza dei maestri italiani, ecco perché molti invocano il docente unico almeno nelle elementari. E' certamente una soluzione di comodo per alcuni, ma non risponde alle esigenze degli studenti. Secondo me si tratta di una soluzione anacronistica; nella società in cui viviamo e con tutte le competenze che oggi si richiedono, tre maestre (o maestri, se ancora ci sono) possono gestire meglio una scolaresca composta da venticinque o più ragazzini vivacissimi e pieni di curiosità, bombardati da mille informazioni e stimoli. Oppure, se proprio si vuole la maestra unica perché si ritiene che tuteli meglio l'unitarietà del sapere, bisognerebbe innanzitutto selezionare insegnanti superpreparate che conoscano le materie in modo approfondito, compresi l'inglese e l'informatica, e assegnare a ciascuna non più di dieci scolari. E' realistico, nel momento in cui ci troviamo?

In ogni caso, sarebbe uno sbaglio enorme formare classi di trenta ragazzini, fra cui uno o più diversamente abili senza sostegno, affidandoli a una sola maestra di stampo tradizionale. Significherebbe fare non uno, ma cento passi indietro; non dimentichiamo che la scuola elementare di un tempo accoglieva trenta alunni ma era molto selettiva, bocciava senza appello, aveva un solo maestro ma meno ore, meno giorni di scuola e minori materie, gli alunni disabili stavano in istituti o classi differenziali... Ricordiamo bene questi particolari, perché non sono di poco conto!

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